Regione Lazio
Coronavirus, lavoro: pronti 2 milioni di euro per lo smart working. Il finanziamento potrà essere utilizzato sia per servizi di consulenza e formazione finalizzati all’adozione di un piano di smart working.
Due milioni di euro per favorire lo smart working dalla Regione Lazio per aiutare le imprese a proseguire la loro attività e permettere ai lavoratori di lavorare da casa in questo momento di emergenza epidemiologica.
Lo annuncia il presidente Nicola Zingaretti nell’ambito delle misure per il sostegno al mondo delle imprese vista l’emergenza per il coronavirus.
Lo strumento, un avviso pubblico, viene incontro alle specifiche richieste ricevute pochi giorni fa durante un incontro della Giunta regionale con le parti datoriali e sociali e verrà pubblicato giovedì prossimo con modalità a sportello.
“Il bando – chiariscono gli assessori al Lavoro e nuovi diritti, Claudio Di Berardino, e allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Ricerca, Start-up e Innovazione Paolo Orneli – sarà rivolto a tutti i datori di lavoro iscritti alla Camera di Commercio o in possesso di partita IVA e con almeno 3 dipendenti. Il finanziamento potrà essere utilizzato sia per servizi di consulenza e formazione finalizzati all’adozione di un piano di smart working, sia per l’acquisto di strumenti tecnologici per l’attuazione del piano di smart working aziendale. L’investimento, passata questa fase, rimarrà comunque un valido progetto, capace di incrementare la produttività delle imprese e migliorare il benessere dei lavoratori anche attraverso una maggiore conciliazione dei tempi di vita e lavoro”.
Regione Lombardia
Smart Working – In arrivo i finanziamenti
La Regione Lombardia ha deciso di stanziare finanziamenti a fondo perduto per facilitare l’adozione di piani di Smart Working nelle PMI, con un nuovo avviso che, a partire da aprile andrà a sostenere l’introduzione dello Smart Working nelle imprese lombarde.
I progetti andranno presentati entro il mese di dicembre 2020 e andranno a coprire i costi della consulenza aziendale per la redazione del piano di Smart Working comprendendo la formazione per i dirigenti e i lavoratori coinvolti nel piano, nonchè l’acquisto degli strumenti necessari.
Credito d’imposta formazione 4.0
La misura è volta a stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale sulle materie aventi ad oggetto le tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, per cui anche le attività di formazione informatica rivolta ai lavoratori che abbiano la necessità di acquisire nuove competenze per poter adottare lo Smart Working.
Il credito d’imposta in percentuale delle spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione ammissibili, limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione. In particolare, è riconosciuto in misura del:
- 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di €. 300.000 per le piccole imprese
- 40% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di €. 250.000 per le medie imprese
- 30% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di €. 250.000 le grandi imprese.
La misura del credito d’imposta è aumentata per tutte le imprese, fermo restando i limiti massimi annuali, al 60% nel caso in cui i destinatari della formazione ammissibile rientrino nelle categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati, come definite dal decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 17 ottobre 2017.
Sono ammissibili al credito d’imposta anche le eventuali spese relative al personale dipendente ordinariamente occupato in uno degli ambiti aziendali individuati nell’allegato A della legge n. 205 del 2017 e che partecipi in veste di docente o tutor alle attività di formazione ammissibili, nel limite del 30% della retribuzione complessiva annua spettante al dipendente.
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili.
Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.
Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Il credito si applica alle spese di formazione sostenute nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019.
Sussistono obblighi di documentazione contabile certificata.
Sussiste l’obbligo di conservazione di una relazione che illustri le modalità organizzative e i contenuti delle attività di formazione svolte.
Le imprese che intendono fruire dell’agevolazione sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. Il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione saranno stabiliti con apposito decreto direttoriale. La comunicazione è richiesta al solo fine di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative.
La misura Voucher per consulenza in innovazione è l’intervento che, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”, sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
Possono beneficiare delle agevolazioni di cui al Voucher per consulenza in innovazione le imprese operanti su tutto il territorio nazionale.
Possono inoltre beneficiare del Voucher anche le reti d’impresa composte da un numero non inferiore a tre PMI in possesso dei requisiti descritti, purché il contratto di rete configuri una collaborazione effettiva e stabile e sia caratterizzato dagli elementi di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto 7 maggio 2019.
Si considerano ammissibili al contributo le spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete.
Per manager dell’innovazione qualificato e indipendente si intende un manager iscritto nell’apposito elenco costituito dal Ministero dello sviluppo economico oppure indicato, a parità di requisiti personali e professionali, da una società iscritta nello stesso elenco e che risulti indipendente rispetto all’impresa o alla rete che fruisce della consulenza specialistica.
La consulenza deve essere finalizzata a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti.
Gli incarichi manageriali possono tra l’altro indirizzare e supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compresa l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nell’organizzazione del luogo di lavoro, come lo smart working, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa.
L’agevolazione è costituita da un contributo in forma di voucher concedibile in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013. Il contributo massimo concedibile è differenziato in funzione della tipologia di beneficiario:
- Micro e piccole: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40 mila euro
- Medie imprese: contributo pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 25 mila euro
- Reti di imprese: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 80 mila euro
La dotazione finanziaria stanziata per l’attuazione dell’intervento è pari a 75 milioni di euro ripartita per ciascuna delle annualità 2019, 2020, e 2021.
#Conciliamo
“#Conciliamo” è l’avviso che destinerà 74 milioni di euro per progetti di conciliazione famiglia-lavoro. I fondi sono destinati a interventi che promuovano un welfare e di Smart Working su misura per le famiglie e per migliorare la qualità della vita di mamme e papà lavoratori. L’avviso ha come obiettivi specifici il rilancio demografico, incremento dell’occupazione femminile, riequilibrio dei carichi di lavoro fra uomini e donne, sostegno alle famiglie con disabilità, tutela della salute, contrasto all’abbandono degli anziani.
Possono partecipare le imprese di cui agli articoli 2082 e 2083 del Codice civile, nonché i consorzi e i gruppi di società collegate o controllate, anche in forma associata.
L’avviso è scaduto alle ore 12:00 del 9 gennaio 2020, ma verrà rifinanziato nel corso del 2020
Contattaci,
renderemo il tuo lavoro agile!